ORGANISMO DI MEDIAZIONE ISCRITTO AL N. 809 DEL REGISTRO DEGLI ORGANISMI CONCILIATIVI ED AL N. 427 DELL'ELENCO DEGLI ENTI DI FORMAZIONE ACCREDITATO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA

ORGANISMO DI MEDIAZIONE ISCRITTO AL N. 809 DEL REGISTRO DEGLI ORGANISMI CONCILIATIVI ED AL N. 427 DELL'ELENCO DEGLI ENTI DI FORMAZIONE ACCREDITATO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA

La Mediazione e l'ambiente

Mediazione dei conflitti ambientali

La Mediazione dei conflitti ambientali è un processo di risoluzione delle controversie relative all'ambiente o alle questioni ecologiche, in cui un Mediatore neutrale ed esperto in materia ambientale, lavora con le parti in conflitto per aiutarle a raggiungere un accordo. L'obiettivo della Mediazione Ambientale è quello di promuovere la cooperazione e la comprensione tra le varie parti coinvolte in un conflitto ambientale, permettendo a ciascuna di esprimere le proprie preoccupazioni, esigenze e interessi, e cercando di trovare un terreno comune di dialogo. In questo modo, la Mediazione di solito porta a soluzioni più durature e meno costose rispetto a una risoluzione giudiziaria del conflitto.

La Mediazione ambientale può essere utile in una varietà di situazioni, come nei conflitti riguardanti l'uso del suolo, la gestione delle risorse naturali, la tutela della biodiversità, la protezione dell'aria o dell'acqua, la valutazione ambientale. In genere, il processo di Mediazione coinvolge un Mediatore esperto in materia ambientale ed imparziale, le parti interessate e le loro rappresentanze, e certamente gli esperti e altri soggetti interessati nella disputa.

In questo senso, l’utilizzo della Mediazione, nell’ambito dei contenziosi ambientali di natura civile, può dunque costituire un approccio totalmente innovativo, di salvaguardia della salute degli ecosistemi ma anche delle attività produttive. Pertanto, accedere a procedure conciliative in materia ambientale e con specifico riferimento alle tematiche connesse al ripristino del danno ambientale consente di:

  • Risolvere il problema di natura ambientale attraverso delle soluzioni concrete
  • Ottenere soluzioni aderenti alle specificità della lite individuate direttamente dalle parti
  • Soddisfare i reali interessi e bisogni delle parti sottesi alla lite
  • Raggiungere l’obiettivo primario: il ripristino delle condizioni originarie
  • Intervenire in modo tempestivo e utilizzare uno strumento attivo per la prevenzione
  • Raggiungere tali obiettivi con costi inferiori, con agevolazioni fiscali e con maggiore riservatezza
  • Evitare il rischio, per gli operatori economici e gli Enti Locali, di interruzione o sospensione dei
  • lavori, nel caso di realizzazione di opere edili e/o infrastrutturali
  • Migliorare i rapporti tra le parti, l’immagine di tutti i soggetti coinvolti e creare consenso
  • Creare opportunità di lavoro e spesso nuove relazioni

Definizione di conflitto ambientale

Per sua natura un conflitto ambientale rimanda ad un “luogo” e ciò permette di considerare la Mediazione ambientale anche come intervento “place based”, ovvero come occasione per promuovere capitale sociale, civismo, cura per i beni comuni. Spesso vi sono situazioni conflittuali che evolvono in controversie giudiziarie, dall’esito imprevedibile, che hanno alla base un difetto di comunicazione e la mancanza di fiducia. In materia ambientale, più che ad una soluzione definitiva del problema, in alcuni casi, è più realistico e forse auspicabile mirare alla costruzione di un metodo di convivenza che consenta la prosecuzione del rapporto tra le parti anche in futuro e che dia un contributo alla costruzione di una comunità fra soggetti che condividono lo stesso territorio.

  • La complessità, i bisogni e le criticità rilevate nel campo del contenzioso ambientale sono molteplici:
  • La risoluzione di problemi connessi al diritto ambientale implica conoscenze tecniche importanti e complesse e attiene ad interessi, (spesso percepiti come contrapposti) di rilevanza costituzionale.
  • La necessità di far fronte alle difficoltà in materia di quantificazione dei danni all’ambiente.
  • I conflitti ambientali impongono, quasi sempre, un intervento tempestivo e, possibilmente, preventivo in caso di danno o rischio di danno ambientale e alla salute.
  • Occorre riuscire a raggiungere tali obiettivi con costi inferiori (e con specifiche agevolazioni fiscali) rispetto a quelli più lunghi del contenzioso giudiziario e con un grado maggiore riservatezza.
  • È urgente ridurre il rischio, per gli operatori economici e gli Enti Locali, di interruzione o sospensione dei lavori o delle attività, nel caso di realizzazione di opere edili e/o infrastrutturali oggetto di contenzioso giudiziario.
  • Occorre gestire e contenere i fenomeni connessi alla cd. sindrome del NIMBY.
  • Bisogna poter accompagnare il cittadino nei procedimenti amministrativi e giudiziari che lo vedono opporsi a istituzioni e imprese di grandi dimensioni, per consentire un confronto paritario e profondo.
  • È necessario migliorare l’immagine di tutti i soggetti coinvolti nei conflitti ambientali.
  • Si avverte la necessità di maggiore trasparenza, disponibilità al dialogo, impegno etico e sostenibilità nella gestione del territorio.
  • Si deve favorire la cultura del dialogo rispetto a quella del conflitto, la cura del bene comune rispetto allo sfruttamento dissennato delle risorse (esauribili) di cui disponiamo e l’accesso alle
  • informazioni ambientali per garantire un dialogo serio e consapevole.

A chi si rivolge

La Mediazione Ambientale si rivolge a tutte le parti coinvolte in una disputa o un conflitto ambientale, come comunità locali, imprese, consumatori, organizzazioni della società civile, governi locali e nazionali, e altri stakeholder interessati coinvolti in una controversia commerciale sia in ambito nazionale che internazionale. La Mediazione Ambientale è utilizzata per risolvere conflitti legati all'uso delle risorse naturali, alla gestione dei rifiuti, alla protezione dell'ambiente e alla pianificazione territoriale, tra gli altri problemi ambientali. In generale, la Mediazione Ambientale mira a facilitare il dialogo tra tutte le parti coinvolte per raggiungere un accordo condiviso che tenga conto delle preoccupazioni ambientali e degli interessi delle diverse parti interessate.

  • I conflitti ambientali e territoriali si manifestano in ambiti molto differenti:
  • Infrastrutture di trasporto (strade, autostrade, aeroporti, ferrovie, porti ...)
  • Impianti di gestione dei rifiuti (discariche, termovalorizzatori, gestione di rifiuti speciali e pericolosi)
  • Processi di bonifica di porzioni di territorio inquinate
  • Produzione di energia da fonti tradizionali
  • Produzione di energia da fonti rinnovabili e generazione diffusa
  • Impianti chimici con una percezione del rischio elevata
  • Gestione aree protette
  • Grandi e piccoli progetti di trasformazione e riqualificazione urbana
  • Grandi eventi

Gli interlocutori della Mediazione Ambientale in Sicilia possono essere molteplici a seconda della situazione specifica e si indicano a livello non esaustivo:

  • Autorità ambientali locali: Questo gruppo comprende organismi quali l'Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, l'ARPAC Sicilia, il Parco dell'Etna e altri organismi locali che si occupano degli aspetti ambientali.
  • Organizzazioni non governative: Le organizzazioni non governative (ONG) come il WWF, Legambiente, Greenpeace, ecc. Sono attive in Sicilia e possono essere interlocutori importanti in diverse situazioni che richiedono la Mediazione Ambientale.
  • Istituzioni universitarie: Le istituzioni universitarie come l'Università degli Studi di Palermo, l'Università degli Studi di Catania, l’Università degli Studi di Messina, la Libera Università degli Studi di Enna Kore, e altre istituzioni possono essere interlocutori importanti per supportare i progetti di ricerca ambientale e per fornire soluzioni innovative ai problemi ambientali.
  • Comunità locali: In alcune situazioni, la Mediazione Ambientale coinvolge direttamente le comunità locali. Ad esempio, in caso di conflitto tra attività industriali e residenti locali, la Mediazione
  • Ambientale può essere utile per la risoluzione pacifica del conflitto.
  • Aziende e organizzazioni del settore privato: Ci sono aziende e organizzazioni del settore privato che si interessano alla tutela ambientale e possono collaborare con le istituzioni locali per promuovere soluzioni sostenibili ai problemi ambientali.

Come avviare una mediazione ambientale

La procedura non è diversa da quella delle mediazioni tradizionali.

Chi intende avviare una mediazione, deposita una domanda compilata in tutte le sue parti al fine di fornire tutte le indicazioni per identificare le parti e i termini della controversia.

La trasmette all’Organismo, allegando copia del versamento delle spese di avvio, secondo la Tabella delle indennità di Mediazione, sul conto corrente intestato a “Organismo di Conciliazione Concordia et Ius s.r.l.” all’IBAN IT 56 U 03069 04601 100000006777 in una delle seguenti modalità:

  • tramite PEC all’indirizzo concordiaetius@mypec.eu
  • via mail all’indirizzo info@concordiaetius.it
  • via fax al 091.772.5972
  • per posta raccomandata A.R. all’indirizzo dell’Organismo di Conciliazione Concordia et Ius s.r.l., in via G. Sciuti, n. 164, 90144 - Palermo
  • depositando la domanda di mediazione recandosi personalmente presso la Sede Legale dell’Organismo o presso una delle sedi accreditate, provvedendo al versamento delle spese di avvio tramite POS o in contanti qualora, non avesse già provveduto tramite bonifico bancario.

La Segreteria comunicherà la presa in carico della pratica, la data del primo incontro e il nominativo del Mediatore nominato e provvederà a invitare le parti al primo incontro di Mediazione.

Il primo incontro di Mediazione è un momento informativo, della durata di un’ora, che si svolge normalmente entro 30 giorni dal deposito della domanda, al termine del quale le parti devono manifestare al Mediatore la propria volontà a dar seguito alla mediazione o a concludere il tentativo.

Qualora le parti decidano di proseguire, la Mediazione si apre con la fissazione di uno o più incontri successivi di diversa durata concordati nel rispetto delle necessità e della disponibilità dei partecipanti.

Solo in caso di prosecuzione oltre il primo incontro dovranno essere versate le indennità di Mediazione previste dal Tariffario in base al valore della controversia.

Nelle Mediazioni obbligatorie è necessario che le parti si facciano assistere da un Avvocato; nelle Mediazioni volontarie, invece, le parti possono partecipare da sole. La particolare complessità della Mediazione Ambientale suggerisce la partecipazione di Avvocati e di Consulenti tecnici di alta specializzazione in materia ambientale.

Dall’avvio alle modalità condivise di controllo dell’accordo

Prima di avviare una Mediazione Ambientale è però necessario seguire alcuni passaggi fondamentali:

  • Identificare gli stakeholder interessati

Prima di iniziare una Mediazione, è importante identificare tutte le parti coinvolte nel conflitto ambientale, le loro preoccupazioni e interessi. Questo            strumento (stakeholders engagement) divenuto obbligatorio dal 26 marzo 2001, giorno in cui l’Italia ha fatto propria la Convenzione di Aarhus, permette di avviare attività di condivisione e negoziazione con gli attori coinvolti, non solo quelli istituzionali. La Convenzione sottolinea che ai cittadini deve essere data la possibilità di partecipare ai processi decisionali, fornendo loro tutte le informazioni necessarie almeno in materia di ambiente, e anche un miglior accesso all’informazione e alla partecipazione del pubblico, che possono migliorare la qualità e l’applicazione delle decisioni oltre a poter usufruire di un miglioramento sistematico dell’accesso alla giustizia, anche in modalità ADR.

  • Raccogliere le informazioni

Raccogliere informazioni sulla questione ambientale oggetto della disputa, come le leggi e le regolamentazioni ambientali che si applicano alla situazione e gli impatti ambientali della questione. È proprio tramite l’accesso alle informazioni e la partecipazione locale che si innesta il coinvolgimento di tutti gli attori ai diversi livelli, soprattutto in sede di Mediazione.

  • Identificare un Mediatore esperto in materia ambientale

La mediazione ambientale può richiedere la presenza di un Mediatore professionista, in grado di facilitare il dialogo tra le parti interessate.

  • Avvalersi di una consulenza tecnica

Pur nell’ambito di una procedura flessibile, resta ferma, data la complessità delle tematiche affrontate, la necessità di rendere queste comprensibili a tutti i partecipanti anche negli aspetti tecnici e/o scientifici.

  • Occorre riservatezza e trasparenza

È un elemento tipico della Mediazione che, nel contesto ambientale, deve essere attentamente valutato. È bene tuttavia specificare come non si debba confondere la conduzione delle trattative, che possono e devono essere riservate, con l’esito della trattativa medesima che deve essere non solo resa pubblica, ma anche adeguatamente comunicata.

  • Organizzare una sessione preliminare

Con l'assistenza del Mediatore, organizzare una sessione preliminare con tutte le parti interessate per identificare le questioni chiave e assicurarsi che tutti i partecipanti abbiano una comprensione comune della questione ambientale.

  • Condurre le sessioni di mediazione

Una volta completati i preparativi, il Mediatore organizza sessioni di Mediazione in cui le parti interessate discutono e negoziano una soluzione che soddisfa le preoccupazioni e gli interessi di tutte le parti coinvolte.

  • Redigere un accordo

Alla fine delle sessioni di Mediazione, il Mediatore aiuta le parti a redigere un accordo scritto che descrive la soluzione concordata per la disputa ambientale.

  • Implementare la soluzione

Dopo la firma dell'accordo, le parti interessate collaborano per implementare la soluzione concordata. Tuttavia, l’esecuzione corretta delle decisioni assunte costituirà la prova della sua efficacia. Pertanto, sarebbe opportuno che nell’accordo di Mediazione fossero previste modalità condivise di controllo e monitoraggio degli impegni assunti, oltre che di risoluzione delle controversie che dovessero emergere in fase esecutiva.

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